di Dominga Carrubba
Era il 27 gennaio 1945, quando le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz.
Era il 1 novembre 2005 quando veniva emanata la Risoluzione 60/7 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, che designava il 27 gennaio come la Giornata internazionale per commemorare le vittime dell’Olocausto.
La Legge 20 luglio 2000 n.11 definisce le gli obiettivi del Giorno della Memoria:
«La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio , data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.[…]»
La memoria conserva gli errori e orrori da non ripetere nella storia.
Per non dimenticare che l’altro siamo noi stessi.
Si riportano i versi di Marisa Pelle, tratti dalla silloge “Schizzi di memoria”, Besa Editrice, Nardò 2016
Giorno della memoria
In ricordo del milione di bambini ebrei
uccisi nei campi di concentramento nazisti
Occhi innocenti inermi
che in un girone infernale
ravvisarono mostri travestiti
da uomini in un tiro al bersaglio
Occhi che attraversarono la notte
senza fine dell’orrore –
della sperimentazione nel blocco 10
per morire poi ad Amburgo
per impiccagione
Ad oscurare il sole
fumo bianco come la neve
che ricopriva il campo di Auschwitz
Come pattume corpicini
informi ammassati
Dure taglienti come ossidiana
albe nere d’amianto
e di filo spinato
Silenzi pianificati
dopo la farsa – teatro ed i canti
del campo di transito di Terezin.